La SAMOT CATANIA – Società per l’Assistenza al Malato Oncologico Terminale – nasce a Catania, nel marzo del 2001, fondata dal dottor Giulio Mellini, medico di medicina generale da tempo volontario come palliativista sul territorio catanese.
L’attenzione alle problematiche dei pazienti con malattie in fase avanzata, oncologiche o cronico-degenerative spinge il dott. Mellini a fondare un’associazione senza scopo di lucro con la finalità di fornire assistenza sanitaria, sociale, psicologica e spirituale totalmente gratuita a favore di questi malati critici. La modalità operativa è appunto quella delle cure palliative che è attuata grazie ad un’equipe multi-professionale composta da medici, infermieri, fisioterapisti, psicologi, operatori socio-sanitari, assistenti sociali e volontari.
La nostra missione consiste nel garantire ai pazienti con patologie in fase avanzata un’assistenza continua, pur rimanendo a casa circondati dai propri familiari, cercando di ottenere la migliore qualità di vita possibile e soprattutto rispettando le scelte della persona malata.
Crediamo nel valore e nell’unicità di ogni individuo, per questo motivo abbiamo reso l’attenzione alla Persona, alla sua individualità, ai suoi bisogni e alle sue necessità il cardine del nostro piano assistenziale.
La SAMOT CATANIA fornisce assistenza gratuita a domicilio ai malati gravi secondo il modello delle cure palliative in convenzione con la ASP.
Nell’anno 2014 la SAMOT Catania è stata Istituzionalmente Accreditata dalla Regione Sicilia Decreto N° 0039/2014 per la gestione e l’esercizio dell’assistenza domiciliare alle persone in fase terminale che necessitano di Cure palliative. L’associazione – cod. fisc. 03829870876 – è iscritta dal 18/06/2004 all’Anagrafe Unica delle ONLUS, con decorrenza effetti dal 24/09/2001.
La SAMOT Catania ha attuato e mantiene un sistema di gestione qualità che è conforme alla norma UNI EN ISO 9001:2015 per l’erogazione dei servizi di assistenza domiciliare e di cure palliative con particolare riguardo ai malati oncologici (certificato n. 30088/14S).
Bisogna tornare alla “Medicina della persona”. Per curare qualcuno dobbiamo sapere chi è, che cosa pensa, che progetti ha, per che cosa gioisce e soffre. Dobbiamo far parlare il paziente della sua vita, non dei suoi disturbi. Oggi le cure sono fatte con un manuale di cemento armato: “Lei ha questo, faccia questo; ha quest’altro, prenda quest’altro”. Ma così non è curare.
(Umberto Veronesi)